PMI: dalla Filosofia Olivettiana alla Scienza delle Organizzazioni Positive

Le PMI: un sistema in crisi, un intreccio di innesti complessi, un serbatoio di potenziale inespresso.

Rappresentano il tessuto culturale, sociale, economico del nostro Paese, purtroppo molte piccole e medie aziende rischiano di sopravvivere o soccombere fagocitate dalla crisi e dalla complessità. Sono eccellenti nell’innovazione di prodotto ma ancora poco digitalizzate, stentano a trasformare i processi e ad adottare cultura HR e controllo di gestione.

Altre devono ancora superare dinamiche interne di governance famigliare e includere il talento delle nuove generazioni. E’ urgente abilitare il cambiamentoe la trasformazione, facilitare nuovi innesti manageriali, mobilitare tutte le risorse presenti per sviluppare una crescita sostenibile.

Immaginiamo, oggi più di prima, luoghi dove tutti alimentano fiducia reciproca, sviluppano stili di leadership relazionale positiva, innovano nel rispetto della tradizione, includono le diverse prospettive e si aprono al pensiero sistemico per collaborare e realizzare un’unica missione.

Un momento di profonda riflessione e resilienza per gli imprenditori per innovare strategie di business, finanziarie e organizzative, per ridefinire le catene di fornitura tra back-shoring re-shoring near-shoring, per includere nuove competenze manageriali e per rigenerare soprattutto un patto di coesione sociale con le persone.

Un’occasione di sviluppo collettivo imprenditoriale, manageriale, professionale, personale!

Un esempio storico di imprenditoria ‘made in Italy’ per la crescita sostenibile: la filosofia di impresa olivettiana

Le PMI e gli imprenditori sono da generazioni per tradizione legati ai territori,fanno economia socialeal servizio della comunità e sono forti sostenitori di azioni di responsabilità sociale. Adriano Olivetti è stato un esempio coerente di consapevolezza sistemica e di sviluppo innovativo.

“Può l’industria darsi dei fini? si trovano questi semplicemente nell’indice dei profitti? Non vi è al di là del ritmo apparente qualcosa di più affascinante, una destinazione, una vocazione anche nella vita di una fabbrica?”.

Una domanda retorica cui sono seguite risposte concrete e risultati tangibili.

A. Olivetti ha sempre creduto nella centralità della persona, del suo potenziale e del suo benessere, nella necessità di creare le condizioni per pensare, creare e lavorare in libertà assumendo responsabilità personale. Anche gli operai in potenza ‘capi’ dovevano possedere una buona base culturale, non limitata a specifiche nozioni tecniche (le soft skills tanto ricercate oggi!).

Al centro delle grandi trasformazioni inseriva l’educazione culturale e la formazione per l’employability nel tempo dei lavoratori, per farli diventare parte attiva del progresso sociale. Un imprenditore e un HR Manager avanti anni luce, capace di generare innesti positivi trasversali, sempre attento a creare appartenenza, motivazione, ingaggio, vicinanza informale! Già negli anni ’50 concepiva l’organizzazione come una social organization, un sistema vivente, un network di relazioni sociali, un luogo in cui le persone si incontrano, si uniscono, si impegnano per un progetto comune, un luogo ricreativo e di confronto pluralistico, che include le prospettive di profitto e di solidarietà sociale, che genera felicità collettiva insieme ad efficienza.

Cultura, educazione e formazione al centro: la Scuola di formazione dei meccanici, la scuola Olivetti, la formazione per la Fabbrica elettronica, l’istituto Tecnologico Olivetti…la lungimiranza sulla complessità crescente del business. Una visione innovativa multidisciplinare e ‘agile , poco formaliamo tra docenti e discenti, lo sviluppo di spirito di team su uno scopo condiviso, un cammino di apprendimento continuo di upskiling e reskilling delle conoscenze e delle competenze, delle attitudini e dei modi di interpretare i ruoli in realtà di mercato sempre più dinamiche.

Le PMI: il contesto più naturale in cui far fiorire nuovi modelli culturali positivi che includono Business+Felicità

La pandemia, la guerra, la crisi economica e ambientale  hanno messo in crisi il bisogno primario di salute e sicurezza, hanno portato emozione negative contrastanti nella vita personale e professionale, tra paura, rabbia e tristezza ha toccato le persone prima dei ruoli, ha creato disorientamento e demotivazione.

Il ruolo dei leader è quello di alimentare la speranza e sostenere lo sviluppo. Ci sono alcuni principi, apparentemente scontati e banali che dimentichiamo nella frenesia quotidiana. La scienza delle organizzazioni positive ci fa fermare e riflettere per agire la leadership con maggiore coerenza affinchè i luoghi di lavoro diventino spazi dove lavorare …dove vivere …felici nonostante le difficoltà del contesto.

Le aziende e le persone erano già in crisi prima della pandemia. Alcune evidenze da fonti autorevoli nel mondo.

Per l’Oms la depressione sarà la seconda malattia con cui il mondo dovrà fare i conti, In Europa 40 milioni di lavoratori soffrono di “stress da lavoro correlato”. Secondo Gallup, l’87% dei dipendenti è demotivato, con una perdita di produttività di 500 miliardi all’anno. La Harvard Medical School ha indicato che il 96% dei leader sperimenta il burnout, Il 25% dei dipendenti vorrebbe cambiare lavoro, solo il 20% si sente veramente efficace. Il 66% dei Millennials crede di aver scelto la carriera sbagliata. Il 70% dei cambiamenti non porta i risultati attesi e il 50% dei progetti di digital transformation sono abbandonati.

L’infelicità costa cara a tutto il sistema, la pandemia ha esasperato il dilemma tra razionalizzazione a breve e sviluppo a lungo, ora più che mai abbiamo bisogno di organizzazioni positive, proposito e visione.

La tesi di questo articolo è che gli imprenditori per loro DNA e vocazione sono leader positivi e eroi, che le loro PMI per missione sono imprese  for benefit prima che for profit. E’ il momento di rigenerare alcune abilità e sviluppare nuove competenze, unire i puntini e ripartire dall’orgoglio della manifattura made in Italy del dopoguerra, per ri-creare sui presupposti della filosofia olivettiana un’evoluzione culturale organizzativa ecosistemica positiva evolutiva

Scienza della felicità e organizzazioni positive: l’evoluzione per innesti+ e PMI+

La Scienza della Felicità è il termine che aggrega tutte le discipline scientifiche che dimostrano che la felicità non è solo un’emozione, ma una meta-competenza e come tale può essere coltivata e allenata.

Si basa su 4 principi cardine:

  • più CHIMICA POSITVA ( meno negatività) che apre i centri dell’ascolto, dell’apprendimento, della creatività;
  • più NOI (meno IO) insieme è meglio perchè siamo cablati per la socialità e sopravvive la specie che sa cooperare meglio e generare relazioni di senso;
  • più ESSERE (meno fare e avere) attraverso lo sviluppo di consapevolezza di sé e degli altri, la capacità di auto-motivazione e realizzazione del proprio proposito di vita;
  • più DISCIPLINA (meno caos) dare ordine al percorso trasformativo e inserire una routine di pratiche positive.

Le persone felici al lavoro sono più felici anche nella vita privata, hanno matrimoni e relazioni migliori, stanno meglio fisicamente e mentalmente, sono meno esposti allo stress, vivono più a lungo.

Le organizzazioni positive e così le PMI+ si basano su quattro aree sistemiche da attraversare per creare le condizioni di fioritura delle persone e per liberare tutto il potenziale aziendale:

  • la positività è una strategia organizzativa dell’impresa,
  • la trasformazione culturale positiva genera una visione ad impatto ecosistemico,
  • la leadership positiva e inclusiva dell’imprenditore e dei manager abilita ispirazione e motivazione con l’esempio e la coerenza
  • il ridisegno dei processi sostiene nei fatti e nelle pratiche la positività, si diffonde e contagia ogni collaboratore.

Se lo so, lo faccio? Se ci credo lo faccio!

Se i San Tommaso hanno bisogno di prove e indicatori di Business eccone alcuni: il costo di un dipendente infelice è stimato in circa 16mila euro all’anno tra minor produttività e spese sanitarie, le org+ registrano mediamente una riduzione del 125% di episodi di burnout, del 66% di episodi di malattia e del 51% di indici di turnover. I risultati tangibili superano le aspettative: aumento delle vendite (+37%), aumento della produttività (+31%), più capacità di innovazione (+300%), migliore retention (+44%). E gli impatti sugli intangibles sono contagiosi: si diffonde la cultura della prosperità e dell’abbondanza, si radicano fiducia, rispetto, autenticità, trasparenza, inclusività, gentilezza, gratitudine, coerenza.

Felice Tras-Formazione verso PMI+ a tutti gli imprenditori, registi e protagonisti di questo viaggio evolutivo per la crescita sostenibile!

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