I prossimi 10 anni della Direzione del Personale: stimoli all’evento ‘Il Convivio’

Venerdì 13 aprile:  nuova edizione dell’evento ‘ Il Convivio’ organizzato da ‘Persone & Conoscenze’ del gruppo Este cultura d’Impresa. Il titolo? I prossimi 10 anni della Direzione del Personale. Grazie Francesco Varanini e Chiara Lupi per darci sempre stimoli e contenuti così interessanti, per guardare con nuovi occhi il futuro del lavoro e prospettare nuovi paradigmi di gestione delle persone e delle organizzazioni.

L’evento inizia con la testimonianza del Conte Branca, AD di una azienda italiana che ha portato continui successi nel mondo, come dire? Un imprenditore illuminato che ha saputo dare onore alla tradizione includendo l’innovazione ma soprattutto un uomo che da più di 30 anni di occupa e preoccupa della propria dimensione umana e della evoluzione della propria autoconoscenza attraverso la psicosintesi. Così porta nella propria vita e in azienda la meditazione, la capacità di sentire e conoscere il potere delle emozioni. Ci avverte: il viaggio di scoperta è sempre attivo, le trappole e le afflizioni della mente sono dietro ogni angolo, dobbiamo ascoltare attivamente, restare svegli e attenti, presenti in ogni relazione. La sua intuizione è stata quella di portare questa essenza nell’economia per abitare la verità nella quotidianità. Interessante lettura il suo libro ‘Per fare un manager ci vuole un fiore’. Ma avverte che non bisogna diventare per questo buonisti, neppure arroccarsi in posizioni di estremo cinismo per raggiungere i numeri di business, nel mezzo sta la virtù. Promuove una azienda come organismo vivente dove ridare luce e centralità alle persone e al codice etico, veramente agito. Occorre convocarsi insieme intorno al lavoro ed evitare la lamentela che ci porta fuori dalla realtà contingente. Noi e solo noi siamo co-creatori del futuro con le azioni di oggi.

La giornata prosegue con una ricca sequenza di tavole rotonde e testimonianze di alto livello, con pareri non sempre allineati su tempi, modi e priorità ma scuramente uniti nella sfida che la funzione HR è chiamata a raccogliere affinché sia un’opportunità evolutiva per tutti.

Si è parlato di parcellizzazione funzionale e perdita di visione integrata e capacità di cogliere i segnali deboli, si è sottolineata la finanziarizzazione delle funzioni, il cfo che detta legge trasversalmente e dove la legge dei numeri governa le fte rispetto alle persone. L’attuale contesto liquido e volatile implica meri tatticismi e la digitalizzazione ha sconvolto ogni assetto, gli organigrammi funzionali sono superati, il binomio macchina-uomo pone molti interrogativi per evitare derive sostitutive e portare ad una intelligente collaborazione.

Quali altri temi sono emersi?

Superare i modelli gerarchici e paternalistici, rinnovare la responsabilità etica dell’agire all’interno di una nuova governance che presuppone un nuovo patto intergenerazionale, sviluppare capacità di leggere i numeri che spesso mana nelle funzioni hr, investire più tempo sui territori a fianco delle persone per comprendere il lavoro che svolgono e come riconvertire le professionalità, includere e far convivere serenamente tutte le diversità con attenzione alle diverse culture e all’active ageing della popolazione dell’ultima generazione, possibilità di assumere un ruolo sociale di CSR sulla gestione della nuova longevità, necessità di ripensare totalmente i percorsi formativi per aiutare i nuovi global leader ad interagire con ogni tipo di diversità, HR come innovatore per un nuovo umanesimo organizzativo che ridona valore all’individuo, autocritica da parte di alcuni direttori HR per la tendenza a resistere al cambiamento e ancorarsi in posizioni ormai obsolete mentre è la funzione che deve dare l’esempio ed essere protagonista della trasformazione, a tendere con la flessibilità del lavoro dovrà far interagire tutte le community che ruotano intorno ai collaboratori diretti del sistema aziendale come consulenti e start up.

Una funzione come ci dice un giovane neoaureato che può sviluppare consapevolezza nel sistema agendo come sense maker per attribuire senso, significato e orientamento, un ruolo che sempre più si occupa di riunire le energie verso uno scopo comune ed è più vicino alle persone per aiutarle nelle transizioni della vita.

Allora in sintesi potrei direi che la nuova direzione HR diventerà un centro di ascolto con abilità di saper essere e di counseling per il miglioramento continuo della qualità di vita del sistema! Counseling e counselor nel futuro delle direzioni HR?

e il dialogo continua.……per rigenerare la sostenibilità personale ed organizzativa!

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