CRISI INTERNA: PUOI CAMBIARE TE STESSO

Dal libro ’Ricomincio da me con il counseling’’.

Spazi di tras-formazione per tornare al centro del tuo ben-essere 

Ad ottobre 2017 davo alla luce il mio libro, primo e ultimo garantisco!

Vorrei condividere alcuni passaggi del libro che mi auguro possano essere scintille di maggiore consapevolezza nella ricerca lenta e profonda della nostra esistenza al servizio del nostro proposito in ogni sistema sociale.

‘’Ci sono alcune teorie sui cicli di vita, sull’evoluzione, sulla motivazione e sull’apprendimento in età adulta che mi sono servite a comprendere meglio me stessa e che vorrei rileggere oggi per te in modo integrato. Talvolta non ci concediamo un ripensamento dei valori e della motivazione al trascorrere degli anni. In alcuni casi sentiamo una spinta a rinnovarci per trovare nuovi sensi, coltiviamo segretamente il desiderio di prenderci cura di spazi da tempo abbandonati ma restiamo fissi sulla direzione nota e ben lontani dal nostro centro di benessere. La paura di cambiare fuori da schemi ormai consolidati ci fa sentire deboli e indifesi ma non è così se lasciamo emergere fiducia e coraggio. Hai il diritto e il dovere di occuparti del tuo benessere ri-negoziando, se serve, con i vari sistemi l’equilibrio degli “scambi‘ tra dare e ricevere”. Lo stato d’animo che portano i cambiamenti esterni inaspettati e quelli interiori forse interrotti è di stress e confusione. Le emozioni represse ristagnano nel corpo, lo irrigidiscono in posture che trattengono il mal-essere. In questi casi quando le più profonde intenzioni, emozioni, comportamenti sono sconnessi nascono conflitti interiori; rifiutiamo le nuove esperienze con i loro apprendimenti; blocchiamo il naturale fluire della vita e dell’evoluzione. Durante la nostra vita siamo chiamati continuamente a superare nuovi compiti e prove. Come già visto possiamo sopravvivere passivamente oppure evolvere con flessibilità verso l’apprendimento e l’adattamento. Non è vero che la nostra vita si cristallizza in tre sole fasi (crescita-maturità-declino), bensì si organizza in successivi cicli; sta a noi assecondare le transizioni ed essere più o meno generativi o sterili. Non mi riferisco solo alla pro-creazione o alla capacità artistica, ho riscoperto il termine creatività come fonte per tutti noi di generazione progettuale e vitale. Sono rimasta affascinata dalla multidisciplinarità con cui sono stati osservati i cicli di vita. Molti studiosi hanno approfondito lo sviluppo dei processi alla base delle transizioni fra i cicli di vita; molti scrittori hanno elaborato connessioni tra percorsi biologici, psicologici, intellettivi e sociali. Provo di seguito a darti una sintesi assolutamente di parte senza rigore scientifico azzardando approssimazioni e semplificazioni. Così sarà tutto il libro, ricco di spunti rielaborati da me. Se vorrai li potrai approfondire andando all’origine e formando una tua opinione personale.

Un passaggio centrale nella vita è lo stato di adultità, non sono più un adolescente, ora sono un adulto, maturo, ora ho giudizio, sono responsabile e corresponsabile, non dipendo più …chi lo dice? Non ci sono più riti e iniziazioni. Cosa determina questo delicato passaggio? L’eruzione dei  denti del giudizio, ma non sempre spuntano! la patente di guida, se non la prendo? L’esame di maturità, se termino gli studi prima? Vado a vivere da solo, se sono al piano di sopra dei mie genitori?

Di J.Piaget ho apprezzato lo studio evolutivo della conoscenza come “un cammino verso l’equilibrio”. La conoscenza diviene una forma progressiva di interazione dinamica e continua tra processi mentali del soggetto e il suo ambiente. Lo sviluppo si esplica in una serie di periodi evolutivi, caratterizzati da strutture cognitive specifiche, chiamate ‘schemi’ intesi come “forme di organizzazione mentale”. Schemi che rischiano però di diventare veri e propri circoli viziosi di cui restiamo ostaggi al passare del tempo se non li aggiorniamo.

E. Erikson afferma che ogni cultura promuove percorsi di sviluppo sulla base di difficoltà note con probabilità prevedibili. Nasce un problema oggettivo quando i metodi educativi peculiari alla famiglia e alla società non preparano più in modo adeguato a fare fronte alle richieste che si dovranno affrontare da adulti. Peraltro nessuna cultura può prevedere così bene il futuro da preparare le nuove generazioni a viverlo senza problemi. Più la società, come la nostra, vive la crisi e l’incertezza, più occorre accelerare lo sviluppo di un atteggiamento flessibile all’apprendimento e all’adattamento. I suoi studi integrano i contributi provenienti dall’antropologia, dalla sociologia e dalla storia ipotizzando otto stadi del ciclo di sviluppo individuale − primi anni di vita, prima infanzia, età dei giochi, età scolare, adolescenza, giovinezza, maturità, vecchiaia − caratterizzati da specifiche crisi o conflitti psico-sociali, veri e propri propulsori e organizzatori della dinamica evolutiva del cambiamento .

D. Levinson  ha ripreso gli studi precedenti approfondendo le specifiche fasi della vita adulta. La sua teoria vede la vita come una sequenza evolutiva in cui a periodi di stabilità della durata di 7/10 anni si alternano periodi di transizione della durata di 4/5 anni parzialmente sovrapposti. Questo flusso naturale permetterebbe un avanzamento evolutivo attraverso una ridefinizione di Sé, i punti di attenzione sono:

•          chiudere i cicli precedenti;

•          accettare le perdite che questa fine comporta;

•          rielaborare il passato;

•          capitalizzare gli aspetti del passato da conservare;

•          aggiornare i desideri e riprogettare le possibilità per il futuro.

Lo stimolo centrale di questo autore poggia sul tema delle “scelte” I compiti evolutivi alla base del nostro benessere consistono nell’operare delle scelte, nell’attuarle e nell’accettarne le conseguenze, dirette per sé e per il mondo che ci circonda.

A. Maslow ha elaborato l’approccio teorico della piramide motivazionale e ha classificato i nostri bisogni in categorie: fisiologia, sicurezza, appartenenza, stima, autorealizzazione. Ciascuno di noi ha una propria scala di valori e bisogni. Dovremmo imparare a rielaborarli nei passaggi tra i vari cicli per effettuare scelte più consapevoli. Allo stesso tempo occorre rinegoziare la soddisfazione dei diversi bisogni per mantenere l’equilibrio tra le parti dei diversi sistemi di appartenenza. La motivazione resta l’elemento base dei nostri comportamenti per raggiungere gli obiettivi scelti.

F. Varela ha dato molti stimoli sulla ‘creazione di sé supportando che “chi apprende ridisegna il proprio punto di vista e le proprie relazioni”. Sostiene la profonda relazione tra conoscenza e coscienza nel sistema complesso che integra il corpo e l’ambiente esterno. Per questo ha fertilizzato diverse discipline collegando la biologia con le neuroscienze, con le scienze cognitive, con la matematica e la filosofia. All’interno della complessità fenomenologica dei sistemi viventi l’apprendimento rigenera la propria autonomia rispetto alle variazioni dell’ambiente e riporta tutto il sistema dell’individuo in equilibrio.

M.Knowles ha sviluppato l’andragogia cioè lo studio dell’apprendimento negli adulti. La bella notizia è che il cervello è plastico e può apprendere con continuità a tutte le età. Però l‘adulto vuole decidere di “voler apprendere” e vuole “sentirsi rispettato nella propria unicità”. Ecco perché è così centrale nella nostra evoluzione l’apprendimento diretto, scelto e sperimentato sul campo. Imparare ad osservare ed elaborare i feedback ci permette di trasformare comportamenti comunicativi e relazionali inefficaci. Possiamo adottare specifiche modalità’ più funzionali al nostro benessere.

In conclusione riferendoci ai cicli di cambiamento interni possiamo vedere una ‘prima età adulta’ dai 25 fino ai 45 anni dove i confini anagrafici sono sempre più liquidi e soggettivi. Questa rappresenta il periodo di grandi prime scelte a livello sociale: quale professione svolgere, se sposarsi, se diventare genitori. La famiglia e il lavoro contribuiscono alla costruzione di senso della propria identità. Il lavoro svolto con piacere ed entusiasmo rappresenta un’ importante fonte di affermazione di sé.

Allo stesso tempo sembra esserci una ’seconda età adulta’ fino ai 65 anni circa caratterizzata da importanti evoluzioni in ambito privato e sociale. Si modificano le aspettative esteriori verso il partner, verso i figli e verso il lavoro. Ci si rivolge maggiormente verso uno sviluppo interiore a supporto del proprio senso di identità, ci si prepara (forse se vogliamo), lentamente, alla fase successiva della vecchiaia che si suddivide in altre tre fasce… prendendo coscienza del trascorrere inevitabile del tempo.

La comprensione principale che mi sento di lasciarti è che la vita è fatta di cicli che si susseguono, le uniche certezze sono l’inizio e la fine. Rimanere fissi e paralizzati in alcune posizioni intermedie senza fare nuove scelte o rinnovare le scelte fatte rischia di impedire il naturale movimento e fluire della vita. Chiudere un ciclo è difficile e faticoso. Lo so per esperienza e so che lo hai provato anche tu. A volte però può creare un ponte verso una nuova apertura per capitalizzare il passato e riprogettare il futuro. Solo tu puoi decidere di essere artefice delle tue opportunità di cambiamento, decidere di essere soggetto attivo per ritrovare motivazione, passione e benessere. Oggi puoi scegliere i tuoi obiettivi, puoi adottare le soluzioni per te più adeguate, puoi aggiornare le tue risorse diverse da ieri. La consapevolezza su questi temi aiuta a mantenere alto il livello di autostima ed autoefficacia personale al progredire dell’età di fronte a tutte le crisi interne e le crisi esterne….dietro l’angolo!’’

Da Daphne Rose Kingma : “ Trattenere è credere che esista solo il passato, lasciare andare è sapere che c’è un futuro”

 Questo ciclo di estratti dal mio libro ha l’intenzione di realizzare la parte divulgativa del mio proposito #happysystemichumanempowrment

Sarò felice se vorrai condividere in questo spazio o in privato le tue riflessioni, suggestioni, esperienze

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