Anima: riconosco i miei bisogni oltre il senso di colpa per rigenerare leggerezza e benessere

Se penso all’ultimo anno di vita come se fosse un film il primo sentimento che mi assale è: che noia,  chi può essere interessato alla mia esperienza e subito mi sembra di sentire la voce del “grillo parlante” dirmi: ci risiamo? ritorni sul percorso dell’autofustigazione e dell’infliggerti la colpa per ogni cosa che succede nella vita! Sì la mia sindrome è un po’ questa sentirmi super responsabilizzata e cercare una risposta di senso e di impegno in ogni azione ed in ogni parte del mio quotidiano che sia vita privata, famiglia, lavoro e in sintesi vita! Ma partiamo dall’inizio, esattamente un anno fa  a 57 anni e dopo 36 di onorata carriera lavorativa mi trovo nel cuore di una riorganizzazione che non mi vede più in una posizione apicale ma decentrata e ridimensionata come responsabilità di reparto e di risorse. Sento immediatamente questo forte bisogno di essere aiutata per capire cosa avviene nelle mie emozioni, nel mio più profondo connubio identitario e valoriale di persona/lavoro. Si sta aprendo, in anticipo di qualche anno, il grande tema di come si debba affrontare la vita post lavorativa: la pensione …  perché in fondo io mi sento “parcheggiata” e prepensionata. Il counseling è stato prezioso nel dipanare questa aggrovigliata matassa, fatta all’improvviso di mancanza di autostima, di riemersione di credenze e pregiudizi sulle relazioni famigliari, sulla confusione interna tra riconoscimento sociale e riconoscimento personale. Ho affrontato con determinazione un viaggio dentro me stessa comprendendo come l’uso delle domande esterne fosse potente e volto ad aumentare il mio grado di consapevolezza. Piano piano ho rimesso al centro Me stessa, con il mio benessere psico fisico.

Ho identificato il metodo per scegliere con consapevolezza e disciplina di:

  • mangiare bene per rispettare il mio corpo
  • dormire sufficientemente per rispettare il mio livello di Energia vitale
  • fare movimento ogni giorno per stimolare il sistema immunitario
  • ricercare il buonumore e il senso di positività generale
  • esprimere a voce alta frasi di sostegno e di amorevolezza verso me stessa, dei veri e propri mantra
  • fare quotidianamente degli esercizi di respirazione per mantenere la concentrazione sul QUI e ORA.

Ho compreso che quello che frettolosamente ho sempre definito “vedere il bicchiere mezzo pieno” è un livello di Armonia molto complesso che deve essere costruito e difeso giorno per giorno con volontà e disciplina ma, per come sono fatta io, è il viatico alla mia vita felice!

Ho riconsolidato l’equilibrio emotivo con la centralità affettiva della mia famiglia usando ironia e leggerezza come leve fondamentali per cercare prima di tutto di capire le dinamiche e i contesti di sviluppo dei comportamenti degli altri, giusto per contemplarli nel compromesso globale della relazione. Ho rielaborato il significato del Lavoro per la mia vita, guardare in faccia la paura di non essere all’altezza del cambiamento in atto, dell’apprendimento costante richiesto, la paura di non essere abbastanza intelligente o innovativa, questo sentimento di fatica che mi faceva sentire di essere responsabile per un TUTTO dai confini mal definiti. Ho compreso che la mia fatica è una fatica comune direi cosmica, che il COVID ha sparigliato le regole precostituite accelerando il cambiamento verso un mondo nuovo che potrà essere diverso e più rispettoso dell’ambiente, dell’uomo e anche della donna, che meriterebbe un capitolo a parte per il suo cammino sulla sua condizione di parità di genere. E quindi si rimodula il tutto e si accetta il guanto di sfida della vita facendo proprio il mantra che per avere una vita felice ci vuole “coraggio”, ci si deve affidare al “viaggio” e camminare ogni giorno con la curiosità di quello che si troverà nel percorso, ogni tanto succede che nel cammino siamo chiamati a fare un salto, perdere l’equilibrio, rischiare per raggiungere una meta. Ogni passaggio è sempre un salto ma la nostra meta è anche il nostro sogno quello per il quale tutto acquista un senso.  Il mio futuro non può prescindere dal mio mettermi in gioco costante basandomi su come sono io oggi, sul mio nuovo equilibrio di persona matura che ha ancora tanto da dare ma rispettosa in primis di sé stessa e dei propri bisogni.

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