… Sviluppare consapevolezza sui propri obiettivi e sulle proprie risorse è il centro della riflessione anche del nuovo libro di Laura Torretta «Ricomincio da ME con il Counseling. Spazi di trasformazione per tornare al centro del tuo benessere» (Aldenia Edizioni).
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Scendere dal podio dei decisionisti è il primo passo per cominciare a stare meglio. «Vogliamo essere leader, comandare, dominare, ma cosi facendo non ci prendiamo cura della nostra fragilità». Poi c’è un’altra tappa fondamentale: non inseguire a tutti i costi la perfezione. «Per il taoismo il peggio che puoi fare a te stesso è provare a migliorare, un veleno che intossica la psiche». Tra i vari lifting esistenti quello alla mente è il più vistoso e mal riuscito: «Quando smettiamo di dirci come dobbiamo essere iniziamo a stare bene». Il decalogo marcia contrario rispetto agli imperativi della contemporaneità (ma in realtà le regole sono 13) : smettiamo di rimuginare, lasciamoci «riparare» dal sonno e dalla fantasia, rimaniamo nascosti quando non ci sentiamo bene, rinunciamo ad essere a tutti i costi sexy, rampanti, intellettuali. Ad essere insomma quello che non siamo, lasciandoci aiutare dal nostro psicologo interiore, in un percorso di auto terapia.
Primo nella Varia e secondo nella Saggistica il libro di Raffaelle Morelli «La vera cura sei tu» (Mondadori) è un caso sociale, prima che editoriale: l’urgenza di curarsi da soli è figlia di quella mindfulness che da materia sconosciuta oggi viene praticata da chi ambisce alla accettazione di se stesso. «Ma questo libro è soprattutto un omaggio al taoismo, una filosofia amata anche da Jung, che la usava per curare i suoi pazienti. Se una persona in difficoltà pensa di trovare la soluzione nella psicologia moderna starà sempre peggio: il mio consiglio è di scappare se nella scrivania del vostro psicologo non vedete i libri del Tao», spiega il medico e psichiatra milanese presidente di Riza Psicosomatica. Le ragioni elencate da Morelli sono di facile comprensione ma spiazzanti: la psicologia del pensiero moderno è legata al passato. «Credere che sei ciò che sei per i genitori che hai avuto e per le parole che ti hanno detto e che ti hanno ferito è nocivo: pensare ai traumi vissuti riporta nel presente un passato doloroso». Quello che conta è il momento attuale: cercare i motivi per i mali dell’anima è poco utile. «L’unico sforzo richiesto è capire che tipo di pianta siamo e cercare di crescere in quella direzione. Senza deviazioni dal percorso». A proposito di piante Raffaelle Morelli chiede sempre ai suoi pazienti come stanno le loro. «Le nostre vicissitudini interne si riflettono sulla natura intorno a noi. È un problema energetico: se scopri il tuo mondo lussureggiante, lo vivono anche le piante intorno a te». Ad Adele, che sta chiusa in casa e si rintana sotto le coperte vengono assegnati da Morelli solo tre compiti: mangiare i dolci preferiti, farsi dei lunghi bagni rilassanti e provare per qualche minuto al giorno a passeggiare alla luce del sole. Piano piano torna a stare meglio. «Quando si sta male va chiamato in campo il corpo: la mente complica le cose fino a logorare le risorse, il corpo fa invece ripartire l’anima. Con i bagni e le tortine il corpo di Adele ritrova i piaceri».
Associare buone sensazioni ad alcune esperienze è anche il concetto alla base della PNL, la programmazione neuro linguistica nata dopo anni di ricerche compiute da Richard Bandler e John Grinder, orientate a scoprire quali sono gli elementi comportamentali e linguistici che permettono alle persone di avere una costanza di risultati positivi. «Bisogna innanzitutto farsi la domanda fondamentale: chi guida l’autobus della mia mente? Dopodiché è necessario mettersi alla conduzione delle proprie emozioni», spiega Paola Velati, master trainer di PNL e fondatrice dell’Accademia Italiana PNL. «A una persona depressa si chiede perché lo è e soprattutto come fa ad esserlo, quali meccanismi mette in moto per rendere possibile questo stato emotivo: rovesciando la prospettiva la domanda del trainer potrebbe trasformarsi in “cosa mi dovrei dire o fare per essere depresso come te?”. Il concetto chiave è che nel momento in cui si prende in mano lo schema della propria mente si comincia a vivere nel “qui e ora” e non più nel passato. In questo modo si acquisisce un certo grado di consapevolezza che può persino permetterci di curarci da soli».
Tra i veleni dell’anima c’è quello di pensare continuamente alle cose che non funzionano. «Il mio lavoro terapeutico — spiega Morelli nel libro — non consiste nel cambiare qualcosa nella vita del paziente ma semplicemente aiutarlo a dirigere altrove il suo sguardo, distogliendolo dai disagi per concentrarsi invece sulle funzioni». Sviluppare consapevolezza sui propri obiettivi e sulle proprie risorse è il centro della riflessione anche del nuovo libro di Laura Torretta «Ricomincio da ME con il Counseling. Spazi di trasformazione per tornare al centro del tuo benessere» (Aldenia Edizioni). Manager per 25 anni in aziende multinazionali, l’autrice ha cambiato la propria vita per diventare counselor sistemico relazionale e aiutare gli altri a intraprendere un percorso di trasformazione: il libro è stato pensato come un manuale pratico e accessibile ricco di tecniche utili allo sviluppo di una maggiore consapevolezza in cui c’è un solo regista, ed è la persona stessa che vuole ritrovare il proprio centro interiore. Gli unici modelli da emulare sono quelli offerti dai bambini. «La fantasia è un aiuto e bisogna imparare dai più piccoli a coltivarla. Loro hanno i codici dell’anima ancora intatti: non parlano mai dei problemi, se piangono disperati dopo 5 minuti è probabile che siano tornati a giocare, adorano le fiabe e si rigenerano con una bella dormita — spiega Morelli —. C’è un viaggio ed è il tuo viaggio: come fai a sapere se sei sul treno giusto? Quando niente riesce a distrarti: provate a interrompere un bambino quando gioca! È l’esempio di colui che è nel posto giusto al momento giusto».