Un ponte tra studio e lavoro: l’entrata nel mondo dei grandi

Eleonora, 24 anni

Il mio percorso di Counseling (all’interno d un percorso di Mentoring[1]) è iniziato a gennaio 2017 e, come la maggior parte delle occasioni belle che si presentano nella vita, anche questo è avvenuto abbastanza casualmente. Ero stata incuriosita da un bando pubblicato dall’associazione no profit ‘ Forum della Meritocrazia’ che in collaborazione con l’Università Bicocca, dove studio, offriva l’opportunità di intraprendere un percorso di Mentoring della durata di 6 mesi per aiutare alcuni giovani al termine della carriera universitaria a inserirsi nel mondo del lavoro in maniera consapevole. Facendo parte di una generazione in cui il mercato del lavoro non brilla particolarmente (sebbene al riguardo sono personalmente ottimista e sono convinta che con un po’ di impegno un lavoro si trova) ed essendo io molto curiosa e aperta a nuove esperienze stimolanti ( all’epoca i termini Counseling e Mentoring mi erano del tutto estranei) ho inviato la candidatura al bando.

Così ho conosciuto Laura in un momento della vita in cui ero consapevole di fare l’importante passo verso il mondo ‘dei grandi’, ma mi sentivo ancora impreparata su alcuni aspetti soprattutto quelli relativi al momento di ‘ entrata’ in questo mondo. Sebbene io e Laura siamo molto diverse c’è stata subito intesa, la professionalità insieme alla sua persona sono state un mix perfetto per raggiungere traguardi e apprendere conoscenze che probabilmente avrei appreso solo dopo molti anni di lavoro (certo non di studio). Oltre ad avermi supportato nei miei dubbi, paure e perplessità in maniera puntuale è stata in grado di aiutarmi a svelare e valorizzare le mie capacità, caratteristiche utili sia nella vita che nel lavoro, di sostenermi nell’assimilarne altre altrettanto utili.

Tra le tante, ciò che personalmente mi è servito di più è’ stato lo sviluppo di una capacità negoziale matura e assertiva, non avere il timore di sbagliare o essere bloccata in schemi mentali che non hanno ragione di esistere. Per spiegare meglio: sono sempre stata una persona timida (non che ciò in assoluto sia negativo) ma spesso questo, insieme alla paura di mettere a disagio o in imbarazzo gli altri, mi impediva di sfruttare al massimo le occasioni che si presentavano, così non domandavo e non chiedevo, sebbene fossi consapevole che l’unica a rimetterci ero io.

Ho maturato proprio questa consapevolezza e l’idea che in determinate occasioni è giusto darsi il permesso di pensare anche ai propri interessi, il che non significa essere egoisti o maleducati, ma semplicemente adottare comportamenti assertivi tali da mettere gli altri nella condizione di ascoltarti e prenderti sul serio. In questo percorso ho apprezzato il rispetto dei miei tempi e l’alternanza di momenti di Mentoring e momenti di Counseling. Ho fatto miei gli stimoli di apprendimento, ho praticato modalità nuove per organizzare il lavoro e presentarmi nel nuovo ambiente professionale, ho trovato  ordine mentale e modalità di azione che hanno portato miglioramenti anche personali. Consiglierei a tutti gli studenti un percorso come il mio. In primis per sviluppare quelle ‘soft’ skills di cui oggi si parla molto nei corsi universitari, ancora però troppo ancorati, nella mia esperienza, alla valutazione delle conoscenze ‘hard’. In secondo luogo per maturare una maggiore consapevolezza di se’ che forse alla nostra età non abbiamo del tutto.

[1] Il Mentoring è una metodologia di formazione che si riferisce ad una relazione tra un Mentor ( soggetto senior con più esperienza professionale) e un Mentee (soggetto junior con minori competenze). Un percorso di apprendimento, in questo caso, dedicato ad agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani laureandi.

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