“Ricomincio da ME con il Counseling” su D.Repubblica.it

Decluttering mentale: come e perché mettere ordine nella propria testa. Grazie a Stefania Medetti per l’intervista è stato un piacere connetterci Genova-Thailandia durante le festività natalizie e scambiare differenti prospettive sul tema del decluttering. Nuova occasione di divulgazione del Counseling come possibilità di sostegno al cambiamento! Ai lettori approfondire le 5 possibili aree di attenzione: respirate, prendete nota, collegate i puntini, allenate le sensazioni fisiche, semplificate …e ricominciate ogni giorno da voi stessi e dal vostro sé più vero.

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Marie Kondo ci ha insegnato a mettere in ordine fra gli oggetti della nostra casa. Seguendo il suo metodo, basta passare in rassegna quello che possediamo, chiedendoci se ci ispira sentimenti positivi. Ma la mente non è una stanza e i pensieri non sono oggetti, tanto che spesso si ha la sensazione che siano loro a gestire la nostra vita. “È vero: la nostra mente talvolta ci governa, ci porta in spazi sconnessi dal momento presente”, confermaLaura Torretta, counselor sistemico relazionale e autrice di “Ricomincio da me con il counseling – spazi di trasformazione per tornare al centro del tuo benessere”. Della difficoltà di fare ordine nei nostri pensieri facciamo esperienza tutti i giorni: “Ci ritroviamo a rivivere percezioni e stati d’animo come se fossimo ancora nel momento in cui sono avvenute e desideriamo dire o fare qualcosa di diverso. Oppure, la mente ci proietta nel futuro, definendo aspettative al di fuori della nostra sfera di influenza”.

Chiudere il cerchio

Risultato: quando la mente è affollata da pensieri su cui rimuginiamo, perdiamo energie preziose. Dunque, da dove si comincia a fare ordine? “Innanzitutto, bisogna tenere presente che il decluttering mentale non può prescindere da una condizione di benessere olistica che, oltre alla dimensione emotiva e mentale, chiama in causa anche l’aspetto fisico, sociale e spirituale”, risponde l’esperta. Il che significa che queste cinque dimensioni sono “leve” che contribuiscono a contrastare il sovraccarico mentale.
Ma non è tutto: “I pensieri ricorrenti, infatti, si associano a esperienze, emozioni e relazioni ancora aperte sulle quali o non possiamo più fare niente o non ci sentiamo in grado di agire”. Per fare un paragone con Marie Kondo, sono stanze piene di vecchie cose da cui non siamo ancora riuscite a staccarci. Per questa ragione, è determinare chiudere il cerchio: “Impariamo a lasciare andare, a chiudere ciclici che non hanno più motivo di drenare energie”. Un modo per farlo è accettare la resa a quello che c’è: “Perdonarsi per quello che è stato, vedere che abbiamo fatto il meglio che potevamo con le nostre risorse, come gli altri attori della nostra vita. Insomma, fare pace con il passato”.

Alle radici del fenomeno

Va detto che la dinamica dei pensieri ricorrenti ha una sua ragione d’essere. “Numerosi studi multidisciplinari concordano sul fatto che gli schemi di pensiero ci proteggono dall’ignoto. Percorrere strade con mappe già tracciate, infatti, è un modo efficiente di procedere, perché ci fa sentire al sicuro”, commenta il counselor. Allo stesso tempo, però, non è una modalità efficace, perché rimanere nella zona di comfort ci preclude la possibilità di esplorare territori più vasti.
“In pratica, i pensieri obsoleti sono un ostacolo allo sviluppo del proprio potenziale nella vita e nella società”. Perché la verità è che non siamo mai uguali a noi stesse: “Uscire dalla zona di comfort ci permette di vedere chi siamo diventate”. Aggiornare i pensieri, insomma, permette di aggiornare i bisogni. “Se non facciamo ordine nei nostri pensieri, rischiamo di rimanere ostaggi di ‘profezie che si autoavverano’, di credenze e convinzioni limitanti, di giudizi e reazioni automatiche. Insomma, continuiamo a recitare copioni di vita che non ci appartengono più”.

Cambio di prospettiva

Il decluttering mentale, dunque, è un percorso che riporta a una maggiore consapevolezza, cura di sé e del proprio benessere. “Riportare se stesse al centro permette di ridefinire le priorità, scegliere senza condizionamenti cosa fare e come essere ed agire con responsabilità per migliorare la qualità della propria vita”, sottolinea Torretta. I pensieri ricorrenti, infatti, non si esauriscono con un colpo di bacchetta magica, ma perdono progressivamente la loro influenza, grazie a un cambio di prospettiva. “Bisogna esercitarsi, esercitarsi, esercitarsi per trasformare i comportamenti inefficaci, senza colpevolizzarsi se ci si ricade, ma osservare cosa ci ha “agganciati” per imparare qualcosa di nuovo e agire con maggiori risorse la volta successiva”. Dopotutto, la conoscenza è un cammino verso l’equilibrio “Seguendo questo percorso, ci si dà merito dei risultati raggiunti senza mendicarli da altri, si acquisisce maggiore positività e vitalità e si mobilitano le risorse utili a raggiungere i propri obiettivi”.

Ecco cinque suggerimenti per fare spazio nella mente, partendo dal corpo:
1. Respirate
Il respiro libero e consapevole è un potente strumento di radicamento al presente. “Dieci respiri profondi riconnettono conscio e inconscio. Occorre, però, allenare questa facoltà, con pazienza e costanza. Quando diventa un’abitudine quotidiana, permette di osservare i propri stati mentali ed emotivi e approfondire la conoscenza di se stesse, premessa necessaria a scelte di benessere”.
2. Prendete nota
Tenete un diario in cui annotate la ripetitività dei vostri schemi mentali e dei vostri pensieri automatici. “Dare forma e riconoscerli è un inizio. Quando emergono, prendete atto della loro presenza, dite loro “ok” e lasciateli andare”. Con questo esercizio, a poco a poco, la “forza” dei pensieri ricorrenti si ridimensiona, il solco del percorso mentale si fa meno evidente e la tentazione di ruminare perde intensità.
3. Collegate i puntini
Un altro modo per identificare le situazioni ancora aperte è elaborate le associazioni che emergono tra pensieri ed emozioni. “Collegando i “puntini“ delle esperienze passate potete individuare le vostre ‘autostrade note’, i percorsi che la mente tende a ripetere in presenza di cicli ancora aperti”. A questo modo, è possibile decidere cosa chiudere e cosa portare con sé: “Cambiate prospettiva per esplorare nuovi territori e trovare ‘nuove autostrade di benessere’”.
4. Allenate le sensazioni fisiche
Anche sviluppare consapevolezza corporea aiuta: “Accentuare la capacità di sentire permette di scegliere cosa ha senso e significato per noi. Ancorandoci al presente, possiamo decidere con intenzione e attenzione cosa ci fa stare bene e cosa no e riprogettare il nostro futuro”. Ognuno può trovare la propria strategia per risvegliate la propria consapevolezza corporea: “Assaporate veramente con profonda attenzione l’esperienza del momento, attimo per attimo, stabilire un contatto corporeo attraverso il tatto o, addirittura, un un semplice un pizzicotto”.
5. Semplificate
“Viviamo in una società consumistica e bulimica dove domina la ‘to-do-list’. Per questa ragione, la semplificazione è un passaggio importante”. L’eccesso di possibilità, infatti, si trasforma da una qualità nel suo contrario, perché genera ansia, insoddisfazione e indecisione. Semplificare le decisioni “di default” (come Obama e Mark Zuckerberg che hanno semplificato il proprio guardaroba), libera spazio mentale per ridefinire le proprie priorità.

 

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