Sostenibilità organizzativa: terza parte

10 possibili spunti di riflessione sulla sostenibilità organizzativa

In questo complesso scenario di mercato ho cercato di ritrovare un filo conduttore virtuoso verso il destino di un best place to work che rimetta le persone al centro a favore della sostenibilità organizzativa .

Senza la pretesa di essere esaustivo pone alcune evidenze ereditate dalla teoria generale dei sistemi  e le applica alle relazioni delle persone nei sistemi. Credo  che ogni manager a ogni livello debba prendersi cura della sostenibilità organizzativa e assumere responsabilità sul suo mantenimento. Nello stesso tempo promuovo la responsabilità degli individui sulla loro sostenibilità personale, puoi leggere nel blog l’articolo dedicato.

Ecco dieci spunti di osservazione, dieci perché rappresenta il numero del miglioramento continuo necessario alla sostenibilità organizzativa. Puoi vedere nell’immagine prima del titolo una sintesi e approfondire di seguito i contenuti. Come vedi l’organizzazione è al centro, non sopra, non sotto, non di lato ma dal centro può guidare il sistema e le persone con maggiore leadership e consapevolezza.

 

L’organizzazione  è un sistema (Teoria generale dei sistemi: Sistema=stare insieme), le sue  regole presuppongono piena consapevolezza, fiducia e rispetto per l’evoluzione dinamica di tutte le  sue parti.

L’organizzazione rispetta gli ordini sistemici alla base cioè appartenenza, rango, equilibrio negli scambi, è etica e promuove il diritto di cittadinanza

L’organizzazione attraversa diverse crisi all’interno di successivi cicli di vita, è importante accogliere il feedback e sostenere un apprendimento esperienziale continuo  a ogni livello

L’organizzazione ha bisogno di mobilitare ed organizzare tutte le risorse, così accoglie l’intelligenza collettiva della diversità e sostiene la responsabilità condivisa

L’ organizzazione ascolta attivamente gli attori coinvolti nel cambiamento a tutti i livelli del sistema individuale e aziendale (mente-corpo; sede-periferia; top–bottom), co-crea per-corsi progettuali, include punti di vista e prospettive, integra valori e culture.

L’organizzazione formula uno storytelling di senso dei progetti trasformativi e lo comunica affinchè le persone lo elaborino e lo accettino (perché « se non lo so e se devo farlo forse non lo farò» « se lo so e lo comprendo, forse accetto se  lo voglio fare»)

L’organizzazione rivitalizza il patto informale alla luce dei cambiamenti e si preoccupa di alimentare la partecipazione, supporta la riprogettazione motivazionale delle persone.

L’organizzazione riconosce le resistenze e i limiti della ‘comfort zone’, aiuta a sviluppare le  competenze necessarie alla sostenibilità organizzativa (hard e soft) perché «se penso di non saperlo fare non lo farò»

L’organizzazione testimonia narrazioni di  ‘salti fuori dai confini noti’, rende visibili e diffonde esempi trasformativi di creatività, innovazione, resilienza e coraggio.

L’organizzazione vuole essere e diventare un «Best place to work» per questo è meritocratica, sviluppa le potenzialità delle persone, promuove il ben-essere relazionale e la sostenibilità organizzativa.

Ti propongo di curiosare nell’area dedicata al counseling per la tua organizzazione, può essere una possibilità di aiuto? non l’unica ma forse una possibilità.

CSR (counseling sistemico relazionale) per CSR (corporate social responsability), insieme verso  la sostenibilità organizzativa?

Cosa ne pensi? Vogliamo co-costruire insieme il seguito? scrivimi e @parlaconme

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